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Dislipidemie, Colesterolo e non solo

Nov 5, 2016Alimentazione, Blog Articoli

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Ogni giorno veniamo messi in guardia da una molecola ormai nota a tutti: il Colesterolo.

Sono ben note le patologie cerebrovascolari e cardiache legate a questo sterolo. Meno conosciuto è l’insieme dei lipidi circolanti nel flusso sanguigno, la loro ripartizione e funzione.

Le Dislipidemie sono le alterazioni qualitative e quantitative dei lipidi nel sangue.

I lipidi a causa della loro natura apolare, sono presenti nel flusso sanguigno legati a specifiche proteine le Apolipoproteine.

Il contenuto di lipidi all’ interno dell’ apolipoproteina ne consente la distinzione tra lipoproteine ad alta o bassa densità.

Il famoso colesterolo buono HDL, colesterolo cattivo LDL.

Esistono valori di riferimento che stabiliscono la relazione tra il possibile sviluppo di una patologia aterosclerotica e l’eccessivo accumulo di Colesterolo nel nostro organismo.

Accumulo è la parola chiave per affrontare il tema delle dislipidemie, facendo luce su tutti quelli che sono i “lati oscuri” e l’effettiva e riconosciuta utilità dei lipidi.

Basti pensare alla membrana di ogni singola cellula dell’organismo, essa richiede la presenza di Colesterolo per ottimizzare al massimo la propria funzione di comunicazione, scambio e protezione all’interno di un determinato organo e tessuto.

Il colesterolo riveste un ruolo fondamentale nei fenomeni legati al controllo di una risposta infiammatoria spesso esuberante e molti altri processi fiopatologici.

In un soggetto sano, il Colesterolo ingerito con i pasti, viene indirizzato al fegato e da li inviato ove necessario, per poi tornare al fegato ed essere smaltito come acidi e sali biliari costituenti della bile.

I problemi semmai insorgono quando l’ingestione di Colesterolo è accompagnata da un carico di lipidi: Trigliceridi, Diacilgliceroli, Fosfolipidi.

Le cellule intestinali, gli enterociti, scompongono i lipidi da noi assunti, per inviarli al fegato come Chilomicroni, a loro volta i chilomicroni verranno “bollati” con delle etichette proteiche che ne stabiliranno l’ utilizzo.

Il fegato gestisce lo stoccaggio e l’utilizzo immediato dei lipidi come fonte energetica, in base alla situazione metabolica del soggetto.

Le etichette proteiche sono le apoliproteine e la componente lipidica a cui si legano, determina il tipo di lipoproteina immessa in circolo: HDL, LDL, IDL, VLDL e soprattutto ne identifica la funzione.

Per esempio le HDL captano il colesterolo circolante indirizzandolo al fegato.

Andando nello specifico, a costituire le lipoproteine vi sono proteine 2%, trigliceridi 85% , fosfolipidi 17%, esteri del colesterolo 4% e colesterolo 2%. Le percentuali si riferiscono ai chilomicroni, i quantitativi cambiano per tutte le componenti, passando alle HDL in cui i trigliceridi sono solo il 4%, colesterolo 5%, proteine 50%.

L’alterazione delle componenti lipidiche porta a condizioni patologiche caratterizzate da anomalie del metabolismo lipidico, nello specifico, un alterato catabolismo delle lipoproteine: IPERLIPOPROTEINEMIE e IPERLIPIDEMIE (nel loro insieme conosciute come dislipidemie). In base all’eziologia è possibile distinguere le Dislipidemie in:

  • Primitive: causate da difetti genetici del metabolismo di lipidi e dalla mancata espressione di recettori per le apolipoproteine.
  • Secondarie:: legate a fattori dietetici, alterazioni endocrino metaboliche, malattie renali e farmaci.

Esiste un sottile equilibrio finalizzato al mantenimento dello stato di buona salute.

Il Colesterolo in eccesso, come qualsiasi eccesso legato a una nutrizione non corretta, porta all’ instaurarsi nel tempo delle piu svariate patologie.

L’approccio costruttivo da mettere in atto è quello di una riduzione dei fattori di rischio partendo dalla nutrizione.

Il solo colesterolo come tale, non ha mai mietuto vittime.

È bene osservare sempre il problema nella propria interezza, una patologie cardiovascolare e/o aterosclerotica, una sindrome metabolica, sono tutti esempi di affezioni multi fattoriali e coinvolgono l’individuo nelle proprie abitudini quotidiane, non è solo questione di biochimica.

Ovviamente tutti i riferimenti in questo articolo sono tutti rivolti a soggetti sani intenti a mantenere il proprio stato di buona salute.

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